Già. Perché uno dei soggetti che io prediligo quando disegno sono proprio donne svestite?
Alcuni amici, scherzando (state scherzando, vero?), dicono che forse una parte di me è rimasta vicina all’adolescenza, quando per gli appassionati di disegno è (luogo comune!) maggiormente “normale” disegnare cose come queste.
Mah, essendo in contatto sui social con molti disegnatori/trici professionisti (ricordiamolo, io sono soltanto un buon dilettante), vedo che moltissimi dei soggetti a loro richiesti nelle “commission” (cioè disegni fatti su commissione) o anche fatti da loro per diletto, sono proprio nudi femminili.
Va detto che questo soggetto è molto realizzato anche, proprio, da disegnatrici donne: non è una cosa “patriarcale”.
Dal punto di vista morale: ci sarebbe da scandalizzarsi? O farsi strane idee sugli autori/trici di disegni siffatti?
Io, personalmente, ritengo di no. Ritengo che chi disegna donne svestite sia una persona normalissima, che svolge una vita normalissima, che ha normalissimi rapporti con le altre persone.
Forse mercifica il corpo della donna? Niente affatto, al contrario: lo vede come pura arte, come una cosa bellissima, quasi come una manifestazione del Divino. E lo rispetta profondamente.
A corredo di questo articolo, metto una illustrazione di nudo non fatta da me, stavolta, ma da un altro bravissimo artista dilettante che prediligeva questo soggetto: mio padre Nicola Zagonara, scomparso qualche anno fa. Per il quale il nudo femminile non era l’unico soggetto: disegnava anche splendidi paesaggi di campagna e “nature morte” che sembravano vive.

Marco Zagonara / Zagomarco Marconara
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