Leggendo le statistiche, si scopre che la maggior parte degli incidenti domestici dovuti all'uso dell'elettricità avviene nel bagno. Il motivo principale di questo è che nel bagno si è, appunto, bagnati. Cosa c'entra questo? C'entra, c'entra. Innanzitutto, la pelle bagnata riduce la sua resistenza elettrica rispetto a quella asciutta. Questo significa che, quando si è esposti ad un contatto elettrico, la corrente che attraversa il nostro corpo è maggiore. Non parliamo poi di quando si è completamente immersi nella vasca da bagno, poiché in questo caso la resistenza elettrica del nostro corpo è notevolmente ridotta anche dal fatto che la superficie di contatto con l'acqua è molto elevata (in parole povere: la corrente attraversa il nostro corpo molto più facilmente); in questo caso poi è molto più facile che il cuore stesso sia attraversato dalla corrente e vada in fibrillazione.
Aggiungiamo anche: spesso in bagno, anche fuori dalla vasca, si è a piedi nudi, e magari i piedi sono in una pozza d'acqua: il contatto elettrico è eccellente dal punto di vista elettrico, e pericolosissimo per la persona. Cosa può succederci, quindi? Nel caso del contatto accidentale di un conduttore elettrico con la carcassa di un elettrodomestico (ad esempio la stufetta), o con un tubo dell'acqua (e quindi porta la tensione elettrica pericolosa a contatto con l'acqua stessa e quindi con noi), il nostro corpo viene sottoposto al passaggio di corrente che può innescare la fibrillazione ventricolare nel nostro cuore, uccidendoci. L’interruttore differenziale (impropriamente detto "salvavita"), se presente, può intervenire, ma ha anche lui i suoi tempi e potrebbe non essere sufficientemente tempestivo per salvarci la vita.
A ciò si aggiungono altre cose che possono aumentare notevolmente il pericolo. La prima è che un impianto elettrico vecchio potrebbe non essere conforme alle norme, e quindi avere ad esempio delle prese di corrente accessibili mentre siamo nella vasca da bagno (un esempio è nel disegno allegato a questo post), oppure le parti come tubi dell'acqua i tubi di scarico metallici potrebbero non essere interconnesse a terra (per noi professionisti: il “collegamento equipotenziali supplementare”) sottoponendoci a tensioni pericolose mentre siamo in vasca. La seconda è sempre raffigurata nel disegno allegato, e mi scandalizza non per la ragazza discinta che vi è raffigurata, ma per l’irresponsabilità del comportamento rappresentato: purtroppo mi capita ancora, nel 2014 [anno di prima stesura dell'articolo, ma c'è stato purtroppo un episodio simile con caricabatterie del cellulare nel 2023 - N.d.A.], di leggere nei giornali di persone che hanno fatto una bruttissima fine utilizzando l'asciugacapelli nella vasca da bagno o, addirittura, asciugando i capelli del figlio immerso in vasca. Cosa può succedere? Semplicemente, un guasto nell'apparecchio o, ancora più facilmente, l'apparecchio che sfugge e cade in vasca, aggiunto al fatto che la persona è immersa nell'acqua, e difficilmente, MOLTO difficilmente l'interruttore differenziale scatterà con la velocità sufficiente a salvare la vita della malcapitata persona. Basta usare l'asciugacapelli lontano dalla vasca, con mani e piedi asciutti per non esporsi al rischio probabilissimo di una tragica fine.
Vorrei aggiungere la ciliegina sulla torta: qualche tempo fa una nota marca di elettrodomestici ha immesso in commercio un asciugacapelli provvisto di interruttore differenziale e, nello spot pubblicitario mostrava appunto l'asciugacapelli cadere nell'acqua facendo scattare l'interruttore... Sono rimasto allibito! Praticamente, veniva incoraggiato l'uso del asciugacapelli da parte di una persona immersa in acqua!!! Infatti, per quanto potesse essere alta la sensibilità del differenziale installato sull'apparecchio, la possibilità che non intervenisse con velocità sufficiente per salvare la vita della persona sono eccessive. Penso che non sia un caso se nessun altro costruttore ha seguito questo esempio, e non ho più visto questo apparecchio in commercio... Meno male!
Zagomarco Marconara / Marco Zagonara
Prima pubblicazione sulla mia pagina Facebook il 13.01.2014
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